Hotel Mura 5 e 7
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IL NOSTRO HOTEL

James Joyce
La mia anima è a Trieste. (James Joyce)

James Joyce

Poeta E Scrittore

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L’hotel Mura 5&7, situato a 300 metri da Piazza Unità d’Italia, offre comfort quali bar, garage privato e coperto oltre che la colazione inclusa.

Ogni stanza propone una vista sul centro storico cittadino ed è dotata di WiFi, aria condizionata, zona ufficio con scrivania, cassaforte/cassetta di sicurezza, una TV a schermo piatto ed un bagno privato dotato di tutto il necessario: asciugamani, sapone, shampoo, bagnoschiuma e asciugacapelli.

 

La sua posizione centrale, nella parte storica di Trieste, permette di raggiungere facilmente i punti di maggiore interesse turistico come il Castello di San Giusto, il Teatro Romano ed il Museo Revoltella.

La storia della torre antica..

IL BENE DENOMINATO RESTI DELLA TORRE RAMPANA E DI UN  TRATTO DELLE MURA MEDIEVALI È DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DELL’ART. 10, COMMA 1, DEL D.LGS. 22 GENNAIO 2004, N. 42

Rilevanza Storica di Via delle Mura n. 5 – 7

la strada: via delle Mura (fig. 1). Il Generini la descrive come: “angusta e poco frequentata in sui primi anni del presente secolo, cominciarono quindi sulla stessa a venir costruiti alcuni edifici ad uso d’abitazioni private. Venne regolata ed allargata da una decina d’anni” (E. Generini, Curiosità triestine. Trieste antica e moderna, Trieste 1884, p. 272). Una delle più importanti testimonianze iconografiche dell’antica Trieste si trova nella Cattedrale di San Giusto: un affresco collocato nell’abside dell’altare del patrono, databile attorno al 1370 ed attribuito al Maestro di San Giusto, riporta un’immagine urbana di dimensioni contenute, il cui perimetro racchiudeva uno spazio di circa 80.000 metri quadrati (fig. 2). 
Le mura merlate, scendendo dal lato nord del castello fino al mare,includevano, almeno nel XVII secolo, anche una porzione del muro di cinta esterno al teatro romano (cfr Ireneo della Croce, Historia antica e moderna, sacra e profana della città di Trieste, Venezia 1698). Rinforzate da spesse e alte torri e poderose porte, proseguivano il loro corso parallele al mare: su questo lato si aprivano alcune porte secondarie cd una principale detta “del Porto”. Infine risalivano il colle di San Giusto ricollegandosi al castello dal lato sud. Su questo lato si aprivano le porte di Cavana e di San Michele e nel XVI secolo vi si costruì anche un
barbacane, demolito verso il 1730 quando le batterie di breccia resero inutile questo bastione (cfr A. Tribel, Una passeggiata per Trieste, Trieste 1884).
L’affresco ci tramanda l’aspetto strutturale delle mura: la merlatura guelfa proteggeva il camminamento di ronda, sostenuto all’interno da ampie arcate, che sappiamo adattate ad abitazione o affittate a negozi a metà del ‘700. “La cinta dell’antica città consisteva in una semplice muraglia di circa 6 piedi di base ad 8, dall ‘altezza varia dalli 18 alli 24 piedi, costruita con pietre manevali ma con tenace aumento dí calce fresca e sabbia granita che il tempo ha pietrificato. Da questa muraglia sporgevano a diversi tratti alcuni baloardi ossieno torrette rettangolari e rotonde” (G. Righetti, Cenni storici, biografici e critici degli artisti ed ingegneri di Trieste, Trieste 1865, p. 12). La configurazione delle torri era per lo più pentagonale o quadrata con merlatura guelfa. Per quanto attiene alle fondamenta, da un documento conservato presso l’Archivio Diplomatico della Biblioteca Civica di Trieste (Arch. Dipl. 21.C. 63/2, ms. relativo alla Torre del Mandracchio) si apprende che “i muri di fondamenta della torre come anche quelli della Città sono posti a 10 1/2 piedi [circa 4,6 m.] sotto il terreno naturale, che in tale profondità si trovano due riseghe nelle fondamenta, che queste sono poste sul terreno molle, e senza che siasi rinvenuto palefitta oppure costa”.

 

Fig. 1

Rifacimento della “Pianta della città di Trieste nel sec. XIV” elaborata da Giulio de Franceschi. / Reconstruction of the “Plan of the city of Trieste in the century. XIV ”elaborated by Giulio de Franceschi.

Queste mura – il cui tracciato ha conservato per quattro secoli il caratteristico andamento triangolare con il vertice in cima al colle di San Giusto e la base al mare – resistettero fino a quando l’imperatrice Maria Teresa, con un rescritto del 27 novembre 1749, ne decretò l’abbattimento. Ciò avvenne progressivamente, in un arco di tempo che raggiunse il primo decennio dell’Ottocento. Negli Statuti di Trieste del 1350 sono elencate tredici porte, due delle quali con torre, e dieci torri tra cui anche quella denominata Marci Ramphi, o Rampana, ricordata da Caprin e visibile nella ricostruzione dell’impianto urbano (fig. 1) – realizzata da Giulio de Franceschi per la “Pianta della città di Trieste nel sec. XIV” (pubblicata in G. Caprin, Il Trecento a Trieste, Trieste 1897, pp. 48-49) (sull’argomento si rimanda anche a 3. Cavalli, Commercio e vita privata di Trieste nel 1400, Trieste 1910).
I resti di una torre e di un tratto delle antiche mura sono attualmente parte integrante dei muri perimetrali di quattro edifici, testimoniando l’edificazione a ridosso della cinta e la persistenza della forma anche nella consistenza catastale. Le dimensioni e forma quadrangolare della particella corrispondente al n 5 di via delle Mura assieme alla sezione distinguibile nell’edificio di via Venezian n 18, hanno indotto ad ipotizzare una collocazione della torre Rampana in quell’area (fig. 3). Gli immobili di via delle Mura n. 5 e n. 7 costituiscono importante testimonianza di una tipologia peculiare e connotativa delle vicende edilizie che hanno trasformato il nucleo più antico della
città di Trieste: infatti, l’abbattimento delle mura medievali nella seconda metà del Settecento è stato causato anche dalle accresciute esigenze abitative, dato che a Trieste, in seguito alla concessione del Porto Franco, si era verificato un considerevole aumento della popolazione. Tenendo conto di tutto quanto qui sopra esposto ed affermato, si ritiene che i muri perimetrali che insistono sui resti della cosiddetta Torre Rampana e il vicino tratto di mura medievali – testimonianza importante per la conoscenza del nucleo medievale della città di Trieste – siano da riconoscersi bene d’interesse culturale e perciò degni di tutela secondo quanto previsto dal D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42. Si ritiene altresì che gli immobili di via delle Mura n. 5 e n. 7, che costituiscono parte integrante dell’intorno urbano di via Capitelli – interessato dal Piano di recupero edilizio e urbanistico sancito dall’art. 6 della Legge regionale n. 18 del 29 aprile 1986 – siano da considerarsi anch’essi bene di interesse culturale e perciò degni di tutela secondo quanto previsto dal D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42.

Fig. 2

Rifacimento della “Pianta della città di Trieste nel sec. XIV” elaborata da Giulio de Franceschi. / Reconstruction of the “Plan of the city of Trieste in the century. XIV ”elaborated by Giulio de Franceschi.

Fig. 3

Pianta dei resti della Torre Rampana presenti in Via delle Mura n.5 - 7. / Plan of the historical finds of the remains of the Rampana Tower present in Via delle Mura n.5 - 7.

TESTO TRATTO DA RELAZIONE STORICO-ARTISTICA PROT. N. 1914 DD 14/03/2006 ARCH. UGO SORAGNI
DISEGNI A CURA DI LUCA LUCI

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